venerdì 12 maggio 2017

Il terzo aspetto: L'Aretè




Continuare a camminare nonostante tutto, il pensiero tormentava Alypios come una preghiera inascoltata per un dio volubile.
I ceppi gli stringevano i polsi e le catene gli rendevano ogni movimento pesante e lento.
Continuare a camminare nonostante tutto.
La colonna di prigionieri veniva spinta a colpi di frusta da un ristretto gruppo di armigeri; il sangue e il sudore si mischiavano alla polvere sollevata dai calzari.
Continuare a camminare nonostante tutto.
Alypios si guardò attorno valutando la situazione ancora una volta.
E cogliere la prima opportunità utile.



Nei capitoli precedenti abbiamo costruito il nostro Personaggio fornendogli un Concetto Base e un Problema (generando, ove opportuno, Facce, Luoghi e Dei). A questo punto dobbiamo andare avanti e creare un terzo aspetto.

La creazione del personaggio. Fase 2: L’Aretè

Tradurre il termine greco classico Aretè non è facile come sembra; una trasposizione potrebbe essere virtù, ma è solo questo. La concezione dell'aretè non era connessa all'azione per il conseguimento del bene, bensì indicava semplicemente una forza d'animo, un vigore morale e anche fisico. Essa coincide con la realizzazione dell'essenza innata della persona, sia sul piano dell'aspetto fisico, il lavoro, il comportamento e gli interessi intellettuali. Questa concezione di virtù contiene l'eccellenza degli eroi omerici, quella degli statisti Ateniesi, o quella descritta nel Menone di Platone ovvero la capacità di ben governare. In questo senso il coraggio, la moderazione e la giustizia erano virtù morali.
Insomma l’Aretè è una forza che potrebbe essere non solo spirituale, ma anche fisica, adatta a portare un mutamento o a creare una via percorsa dal personaggio.
Ma facciamo qualche esempio.

La temperanza del sacro Mnenon

La via del Gladio

La giustizia della natura

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